martes, 13 de mayo de 2008

"Va mo' là, sei un fortunello!"

L' altro ieri, a lezione d'italiano, Coccosecco si è rivolto alla sua brava professoressa, Gent. Marta Mandorla Chiarimenti, per chiederLe cosa significa l' espressione "Va mo' là, sei un fortunello".
La Mandorla, in un battere degli occhi e senza dubbio ha risposto così: "- Come hai detto? Bambola? Si tratta di una pupazza per le bambine. E allora andiamo avanti alla pagina duecento novanta nove del Libro dello Studiante, anzi tirate fuori la fotocopia cinquecento ottanta tre che vi ho dato alla fine del primo quadrimestre di questo curso"

Ma Coccosecco non è per niente convinto della spiegazione perché sa que questo è il argomento impiegato color che non sanno cosa rispondere a un certo punto e, in più sotto sotto sa che La Chiarimenti è molto furba e siccome crede di essere un' sperta nell' apprendistato significativo ha tentato che Coccosecco impare per se stesso. "Ti conosco mascherina", avrà pensato il suo pensiero chiariveggente, come la luce del sole, quando non c' è spento per le nuvole che annunciano, anzi anticipano tormenta, tempesta, bufera, burrasca, oppure qualcosa del genere.

Bene, bene, come dicevo, Il nostro caro proffessore Coccosecco ha dovuto lavorare accanto alla sua carissima collaboratrice, ma non di certo attrice, Gent. Mariam Verzotto, e non Verznove come potreste pensare.

Come tutti già sappiamo, a lezione d'italiano ce ne sono tanti bravi studenti giovanotti concentrati a classe della Mandorla che sembrano la generazione del ventisette, cioè quella di Alberti, Lorca Neruda, Guillén and "company". Quindi non ci dobbiamo avere sorpresa se ci sono qualche scienziati, tra di loro si trovano Coccosecco e La Verzotto.

Allora hanno scelto il metodo scientifico per fare ricerca e pure per non sbagliare. Per prima hanno eliminato che si trattasse di un sbaglio tipografico (Peccato! Ce ne sono tanti in qualunque libro!). Ma non c' è il caso. L' espressione è apparsa due volte nello stesso libro, per prima nella lezione 5, nel dialogo tra i due vecchietti, e a seconda nella pagina 251, nel glossario alfabetico, terza colonna, appunto tra le espressioni: Vabbe' e Va fatto!

Auguri! ha esclamato Coccosecco e La Verzotto è rimasta un po' sorda da un orecchio, quello dove non porta l' orecchino d' argento a forma di pendolo. " Ma perchè auguri?", disse arrabbiata e sorda, "Per caso abbiamo trovato una bella soluzione al problema, bruttino". "No, ancora no, ma lascimi pensare un attimino e di seguito lo fulmino!", rispose Coccosecco. In questo punto La Verzotto sta diventando famelica, giacché si avvicina l' ora di cena e ha una fame di cane. "Verrai, te lo dirò se lasci già di mordicchiare la penna, che da un' altra parte non è commestibile".

"Pensi che sia casualitá che quello che stiamo cercando si trove tra delle espressioni nominate prima? Io non ci credo. Se "Va fatto" viene a significare "È d'accordo" e "Va bene" diventa Vabbe' e significa più o meno "È per bene", e in più, e questo l´ho scoperto in un sogno dove vedevo in che modo La Sarapova si inchinocchiava per ricevere di manrovescio una palla avvelenata lanciata dalla sua brutta nemica La Vicario, e poi quando stavo per vedere il colore delle sue mutandine mi sono svegliato, cazzo! In più dico che, come direbbe mio zio Cervantes, l' espressione "A mo' di", e pure diventata da "A modo di" e viene a dirci "Va in maniera".
E tutto questo cosa significa? Chiaramente, signora "Chiarimenti", che Va mo' potrebbe significare "Va in modo". E non dico niente, amico spagnolo Vicente (perch'e a seconda della Chiarimenti, in Italiano non centra, poiché si dice diverso)"

"Il tuo lunghissimo processo di ragionamento linguistico ha fatto che sia riuscita a mangiarmi tutta la penna ed è così che me ne vado!", disse La Verzotto a tutta birra, lasciando spalancata la porta del laboratorio (di certo come fa a volte con le sue gambe qualche compagna stufa quando la lezione sta per finire, oppure prima, data la sua abitudine).

Coccosecco rimane soddisfatto della sua sagezza, sa que ha trovato una bella soluzione e che l' analogia è stata una vera amica nella sua indagine. ma le manca ancora la prova della verifica, della verità e anche della volontà. Nel caso si tratta dal contesto linguistico.
Se la soluzione trovata fosse soddisfacente col contesto, allora potrebbe andare a letto senza cenare neanche un panino di formaggio.

Vediamo, due vecchietti, bus-navetta a Bologna, sono bolognese o quasi, uno se ne è dimenticato a casa gli occhiali da vedere, appunto quello che fa finta di leggere un giornale, l'altro gli domanda cosa sta leggendo, il miope ha risposto che non gli interessa la politica, nemmeno se Berlusconi ha vinto di nuovo, cazzo! dov' è vanno gli italiani?, solo me ne interesso dell' oroscopo, ma non posso leggerlo, non ci vedo, non importa te lo posso leggere io, si infila un paio di lente da vedere, legge l'oroscopo al suo amico e esclama: "Va mo´là, sei un fortunello"
E così che andrebbe benissimo tradurre per "Va in modo là, nella stessa pagina, appunto dov´è scritto l' oroscopo", giacché non si debe tradurre, come potrebbero fare gli studenti del primo anno d' italiano, "là" per "allá" sennó per "ahí"

"Cosa dice?", gli chiede il vecchietto al suo amico lettore.
Scadendo le parole:"AMORE: con il vostro partner riassaporerete un piacere che credevate perduto."
Abassa gli occhiali, sorridendo ammiccante.
L' altro tace. Pensa. Dopo circa mezzo minuto dice: " Sta a vedere che mia moglie mi ha fatto le lasagne."
Benissimo!

Coccosecco si accorge che La Verzotto non ha capito niente mi tenente (ho trovato) e gli dà noia che non la pense come lui ed il suo amico Unamuno: "La lingua è il sangue dell' anima, il veicolo trasmittente delle idee"

Appunto per questo argomento, strane idee gli frullano di solito per la testa e anche il suo pensiero corre mentre il suo linguaggio anda (ha ragione Chomsky nel suo trattato "Pensiero e Linguaggio")

Coccossecco pensa così: "Certe volte non la capisco" e si riferisce alla Verzotto, la quale non fa altro che mangiare e mangiare. "Verrà diventere una regina elefanta?", continua a pensare Coccosecco. E si butta a letto con il desiderio di sognare alla scoperta della lingua italiana.
O forse sarà per sognare con La Sarapova? Chi lo sa! Signori che vogliono che ne sappia?




.