domingo, 30 de diciembre de 2007

Il tempo nei campi di Castiglia

Tu ti affanni come il campo castigliano per detenerlo.
Così inventi le gite, come quella alle lagune di Villafáfila.
Allora il tempo non conta sennó che rimane quieto.
Nella sua immobilità si confonde con lo spacio.
Soltanto noi i tre: tu, il nostro piccolo bambino ed io.
E chiedi al tempo che si afferri alla terra castigliana,
e vorresti che fossimo quattro, e che i quattro diventassero cinque:
tu, il piccolino, il campo castellano, il tempo ed io.
Vorresti dirgli all´orecchio: "Tempo, fermati, ti prego",
come se nel fondo del tuo cuore
volessi che il tempo non fosse passato.
Per questo ami la solitudine del campo castigliano,
dove il tempo sembra fermato per sempre.
Solo c´è il sole o il freddo intenso.
Solo luogo deserto, però puo darsi, miracolo, una bella fontana
che sorge tra le pietre, un po´ come il nostro amore,
che nacque in questa steppa.
Peccato che la tua illusione si dissipa subito.
Giusto quando finisce la passegiata fatta con Andrea,
mentre io aspetto seduto su una pietra e scrivo questo guardandoci ogni tanto.
Ti invade l´inquietudine che porterà domani un´altra settimana di lavoro.
Quindi riprendi di nuovo il tuo volo leggero quando ritorni dal mandorlo solitario.
E giusto accanto a me sei di nuovo diventata farfalla ed io prendo la macchina per ritornare a casa nostra.
Il sogno é sparito.
Solo sono rimaste queste parole su carta.

miércoles, 26 de diciembre de 2007

Tentativo di suicidio.

L´altro ieri l´ho incrontrata per strada di fronte a noi due, io e il mio piccolo bambino Andrea, ci abbiamo salutato...
Poi mi è balenata l´idea che forse poteva essere..., anche se non sembrava...
Il suo sguardo, come una farfalla, ha sfiorato Andrea un attimino, ma io me ne rendo conto subito...
- Ma che intende dire?
- Niente in particolare, solo che magari Lei ha un desiderio inconfesabile...
- Non Le importa niente sfruttare i preziosi segreti delle anime?
- A dire il vero sì, ma se Lei non vuole riconoscerlo non fa niente.
- Mi lasci in pace per favore.
- Non stava cercando magari ogni mezzo per farlo?Non sembrava per caso di essere al di là, nel estremo della scogliera, vedendo le onde bianche, i gabbiani, la sabbia, le navi, e anche la sua vita passare al largo?
- Cosa vuole dire?
- Mi scusi se glielo chiedo, ma mi sembra che Lei ha intenzione di suicidio.
- Può essere così, ma a Lei che importa? Non si preoccupi, non ho bisogno del suo aiuto. e non dire stupidaggini. Io non ho mai tentato il suicidio, non ci ho mai neanche pensato.
E se ne andò via lasciandomi interdetto. Ma quell´episodio mi colpì in particolare.
Che cosa avrebbe fatto d´ora innanzi?

Zingara.

Leggeme la mano, zingara, leggetemela.
Dimmi pure se l´anno che verrà,
avremmo più de lo stesso,
oppure andranno meglio le cose.
Se tornerò a colpirme
con il pianto da un bambino
o con la tenerezza da un bacio
che qualcuno ci dà.

martes, 25 de diciembre de 2007

I vecchietti (finale).

...Avevano costruito il globo in solo quindici mesi e quando, alla fine, riscirono ad attaversare la strada, trovarono una bella sorpresa, perché quando furono a parcheggiare la sua bellissima mongolfiera ebbero di ritornare al punto di partenza poiché nel luogo dove si trovava il parco col laghetto fecero un nuovo centro comerciale con molti negozietti e anche con un grande parcheggio, il quale stava tutto ripieno di macchine in quel momento.
Sarebbe stato meglio se non avevano costruito il nuovo centro comerciale, disse Aldo. Io al posto suo avrei costruito un nuovo ospedale, rispondè Alberto.
Ma quando si stava affacciando, il suo parrucchino è uscito volando e l´atterraggio forzoso di esso sul piatto della moglie del sindaco, fece che Aldo e Alberto deciderano di fare la volta al mondo in mongolfiera!
E cosí la farei finita.

miércoles, 19 de diciembre de 2007

Riecco i nostri vecchietti.

Riuscirono i due vechietti a raggiungere il parco?

Così avrei poturo continuare Stefano Benni la storia nel suo bellissimo libro "Il bar sotto il mare"...

Sarebbe stato meglio costruire un globo, fece notare Alberto. Buon´ idea, disse Aldo.

È così che cercarono tutti tipi di materiali: in plastica, vetri, ferro, legno, lino, ecc. , e tutte le sere si riunivano nel garage di Aldo finché fecero una bellissima gondolfiera, la quale assomigliava quella descritta da Julio Verne nel suo romanzo "Otto settimane in globo", giacché era stata fatta con tutti i colori del arcobaleno (grazie Nicola di Bari).

Ma Aldo, a volte, si era arrabbiato con suo nipote nel trascorso de la costruzione e gli domandava: "Ragazzo, qui è questo tedesco che mi nasconde tutto?". Il suo nipote gli respondeva sempre lo stesso: "Alzeimer, nonno, Alzeimer". E poi il nonno gli riprendeva e il povero ragazzo prendeva una bacchettata in testa per aversi seduto accanto al batteria (anche il nonno era un bravo batteria e faceva le prove nel garage). "Zero assoluto. Sono il professore Cocosecco!", gridava allora il nonno. "Leí sì che se ne intende di vini!", urlava il nipote e se ne andava via per no prendere un´altra, dato che il nonno gli diceva a viva voce: "Vieni qui da me , che voglio fornirti gli ultimi dati statistici!". Ma il ragazzo attraversava la strada in direzione al Cafè "Il Velero", perché aveva visto un tavolo con due donne stupende: Marta e Sara, le sue amiche napoletane. Però, lasciamo perdere il ragazzo e finiamo già la storia de i due vecchietti...

(Proseguirà domani).

martes, 18 de diciembre de 2007

Delirium*

È possibile raccontare il miracolo della vita? Sì. Lo spettatore ha la sensazione di essere portato in un sogno (chissà sarebbe stato meglio, per questo, intitolare lo spettacolo "Somnium").
È stato per me veramente un sogno. Gli autori, con l´aiuto di tutti i mezzi tecnici conosciuti finora (musica, danza, ginnastica, luci, canzoni, video, ecc) sono riusciti a farlo, grazie anche a tutti gli artisti che appaiono e scompaiono nella scenografia.
La messa in scena è un´opera d´arte giacché permette vedere lo sviluppo della vita umana sin dalla nascita alla morte, ma senza un ordinamento logico (ricordate che si tratta di un sogno).
La nascita, l´infanzia, la gioventù, la maturità e la vecchiaia. Oltre a ciò si svolgono tutti quelli sentimenti che sono esclusivi della specie umana, tra di loro: il gioco, l´allegria, il pianto, il riso, l´amore, il dolore, il desiderio di volare, ecc. Infine, tutti gli avvenimenti che succedono nel trascorso della vita e che in questo, diciamo così, "Teatro Magico", hanno fatto possibile che io, alla fine, abbia capito il vero scopo della opera rappresentata:
"Tutti siamo soltanto frammenti di eternità, i qualli oscillano fra il tempo e lo spazio infinito."

(Rubrica per il giornale: "L´albero bianco che oscilla al vento di Sorrento" (proprio napoletano, vero)

* Invece "Delirium" avrebbero potuto intitolarlo "Viaggio in gondolfiera", già che ce n´è uno dei attori il quale rimanga tutto il tempo in sospensione sopra il palcoscenico collegato a un globo.

lunes, 17 de diciembre de 2007

Intervista.

- Ciao Carlo, come va?
- Bene Giulio, e tu?
- Anch´io sto bene. Senti, posso farti una intervista per il mio giornale "La albero bianco"?
- Certo, ma come no! Dimmi pure.
- ¿Perché studi l´italiano, soltanto perché a lezione ce ne sono molte donne?
- Non direi proprio è semplicemente perché mi piacciono molto la lingua italiana e anche la sua cultura.
- Avevi giá imparato l´italiano a scuola o da un´altra parte?
- Bene, prima di venire alla scuola di lingue a Valladolid non avevo studiato ancora l´italiano.
- Si fa notare non credi, e dimmi sei contento dei tuoi progressi?
- Mah, un po´sì, ma non troppo. Veramente mi sembra una bella lingua, ma purtoppo non ho molto tempo per studiarla, dato che lavoro di più e oltre credo che sia un po´bruttino per imparare tutte le regole di grammatica e anche delle belle fotocopie che ci porta la nostra professoressa a lezione. Figurati! Vado per la tre e ce sono ottanta circa.
- Be´mi sembra che sia un po´cosí, come bene hai detto, però dimmi se parli un´altra lingua straniera oltre all´italiano.
- Sí, anche parlo l´inglese.
- E dove l´hai imparata? perché sai io la trovo una lingua bruttissima.
- Proprio qui, nella stessa scoula di lingue a Valladolid.
- E quanto ci hai messo a impararla?
- Ci ho meso quattro anni direi.
- Sei veramente bravo tu. Allora dimmi c´è stato piú semplice que imparare l´italiano?
- Non sapró bene cosa dirti perche penso che siano due lingue diverse se abbiamo conto che l´inglese non ha niente che vedere con lo spagnolo, il francese, il portoguese, il romano ed il proprio italiano, già che non ha una radice latine come queste tutte le altre.
- Allora, ti è mai trovato in situazione in cui non sei riuscito a dire nemmeno una sola parola d´inglese?
- A dire il vero direi di sì. Ricordo la mia prima stanza a Londra, uno dei paesi piú grandi del mondo mondiale. non ero riuscito a capire nulla. lingua strana mi dicevo. Ma non era solo la lingua, erano anche tutti gli inglesi. Siccome solo io guidavo per la destra della autostrada ho dovuto fare il "Rally" tutto il tempo già que sennó quelli guidatori pazzi avrebbero potuto uccidermi. Ma, alla fine, e como vado forte perché sono bravo, me la cavo bene bene con l´inglese, tanto que lo parlo come George Washington Bush, o forse sia come lo fa de bene il suo amico dalla sua anima Josemari.
- Per concludere l´intervista, hai mai sognato con una lingua straniera?
- Tu sai che soltanto sogno a volte con la Sarapova, come te, ma ora che lo dici credo di sì. Ricordo una notte, poco tempo fa, che ho sognato che andavo per lo spazio siderale in ufo e mi ricordo parlando nemmeno che con diciotto marziani, ma tutte femminili, i quali stavano parlando intorno a me. Dio!, alla fine avevo preso un mal di testa considerabile già che tutte stavano parlando a lo stesso tempo e non smettevano mai di farlo.
- Bene cosí Carlo e grazie mile, però come credo che strane idee ti frullano ultimamente nella
testa ti consiglio di fare visita subito allo psichiatra o sennó a farti fare un massagio per la Sarapova se non ha partita questo fine settimana.
- Prego Giulio, ma credo que la scelta senza dubbio sia la seconda e, in poi, ti dico che mi hai sembrato un pocchino finocchio nel tuo ruolo di reporter.
- Arrivederci Carlo, ci vediamo a lezione d´Italiano.
- Arrivederci Giulio.

domingo, 16 de diciembre de 2007

Internet ti risolve la vita? (Oppure: "Lascia che rida un po' ")

Strana domanda, anzi assurda. Siccome io ce la faccio da solo, o quasi, non spero che sia Internet che me la risolva (= a risolvermela).
È cosí che, per cuanto riguarda la domanda, questa dovrebbe dire meglio: "Internet ti serve per qualcosa?". In questo caso la risposta, senza dubbio, è di sí.
Tra i vantaggi possiamo numerare: trovare notizie e informazione velocemente. Comunicare con i tuoi amici (guardate que a questa volta non ho detto "amiche", ma soltanto per questa volta, non credo que stia diventando finocchio). Cercare lavora (per fortuna non è il mio caso). Fare acquisti. Prenotare biglietti...Vediamo que ce ne sono molti.
Tuttavia (= nonostante), ci sono anche gli svantaggi: non tutta la informazione è vera. Puó essere pericoloso per i bambini. Crea dipendenza. Non é tanto economico. Si perde molto tempo di fronte allo schermo. Possiamo avere problemi alla vista per l´uso esagerato (e anche distacco di retina se visitiamo certi luogi "sbagliati"). Tutto é in fretta, senza essere possibile riflettere...
Per concludere, insomma, preferisco la mia bella prosa poetica:
"Sono entrato a lezione d´italiano e l´ho vista. era seduta lí. Con lo sguardo perduto proprio della mucca (credo questo sia il suo animale preferito) quando vede passare il treno, ma già senza fischiare, come quelli che lo facevano anticamente quando era stata semplice vitella."

sábado, 15 de diciembre de 2007

Prima lezione

- Ragazzi! Che avete fatto di bello questo fine settimana?" -disse la profesoressa.
Allora io risposi:
- Sabato scorso sono andato dal medico, anzi dallo psicologo perche ultimamente strane idee mi
frullano nella testolina. Quando sono arrivato dal dottore mi sono fermato nella entrata e l'ho detto 'permesso, posso entrare?' Lui mi ha guardato a lungo dietro la sua scrivania e mi ha chiesto: 'Mi dica signore qual è il suo problema'. L'ho risposto: 'Senta dottore, credo che io abbia doppia personalità'. Allora lui, sorridendo, ha esclamato: 'Non si preoccupi, si accomodi qui. La prego, cosi potremmo parlare tutti e quattro insieme'.
Alla fine, ho dovuto raccontare la mia visita al dottore affinché tutti i miei coleghi d'italiano ridano un pochino perche sembrano veramente stanchi, addormentati... ed anche peperoncini!!!