sábado, 1 de noviembre de 2008

Curiosità geografiche ed altre.

Era seduto lì, di fronte al foglio. Lo sguardo perso. Sembrava un albero bianco. Coccosecco era seduto lì, in biblioteca. Al di là due bellissime studentesse di cinese parlavano con scorrevolezza lo spagnolo, ma il professore Coccosecco appena se n´è accorto di esse. Il suo cervello era carico di strane idee. Certo, finiva di rivederla un´altra volta prima di essere entrato in biblioteca. Era da due mesi che non la rivedeva. Forse si è trasferita, hanno aperto un´altra scuole delle lingue a León, pensava. Ma per fortuna non era stato così. Come di solito lei usciva in fretta mentre lui arrivava. Al momento Coccosecco ha creduto che magari lei si fermerebbe per salutarlo ma anche se lei l¨avesse pensato in un primo momento, ha proseguito frettolosa. Tuttavia Coccosecco se n´è reso conto che gli occhi di lei scintillavano mentre lo salutava a distanza e scappava, e questo semplice fatto feci che restase riconfortato e in santa pace...
Allora, si chiede, il tema dovrebbe versare sulla geografia di un paese che conosci bene ma ad essere possibile che non sia né la Spagna neanche l´Italia...
All´improvviso, un altro brano di prosa poetica gli è venuto in mente: "Gli innamorati, i veri innamorati, inventano con gli occhi la loro verità". Nei ultimi tempi strane idee mi frullano la testa, ha subito pensato il professore.
Vediamo un po´...Come dicevo... Per prima era il nulla, un foglio in bianco. Poi è diventato un bel Paesino chiamato Speranza, dove non ci sono regioni, province, comuni, capoluoghi di regioni, né di province, neanche c´è stata una Capitale di Stato, perché non ce n´è nessun Stato per la precisione.
Lì ce ne sono molti piccoli paesini, ma tutti uguali, tutti hanno la stessa importanza e nessuno è più importante di un altro.
Speranza non cofina a Nord con la Via Lattea, né a Sud con la Costellazione dell Croce del Sud, né a Est con la de Orion, né a Ovest con la Stella Polare.Semplicemente Speranza non confina, al massimo potremmo dire che è circondata soltanto di piccoli frammenti di eternità che oscillano fra il tempo e lo spazio infinito.
La sua forma assomiglia una palla di billiardo, ma non americano di certo, giacché in centro ha un bucco enorme e nerissimo, in modo che si tratta di una specie di donut nello spazio siderale.
In realtà tutta la sua superficie è piena di bucchi che stanno collegati e cofluiono nel nero buco centrale, in modo che tutti gli abitanti non possono camminare, anzi debbono saltare e ballare senza riposo per non pestare un buco ed essere spariti per sempre.
Ciò che veramente contradistingue Speranza da qualsiasi Stato, lasciando da parte che non si tratta de nessun Stato, è il fatto che lì si raggiunge soltanto attraverso l´immaginazione.
Oltre gli abitanti di Speranza non sono mai stressati. Invece hanno un bel sorriso nel loro volto, derivato del buon clima sudtropicale secco, il quale assomiglia abbastanza quello delle belle Isole Canarie (che come sapete tutti appartengono alla Spagna)
Oltre a ciò, noncenesono lì continenti. Tutto è terra circondata dal mare, sempre calmo, per tutti i lati. Quindi si tratta di un solo continente, anzi di un´ isola, sempre col buco centrale, e per questo non propiamente un´isola, anzi un atollo.
Siccome non ce ne sono isole, di conseguenza diretta non ci sono arcipelaghi.
Il suo origine non è umano ma divino. Non materiale ma spirituale. Non vulcanico ma fantasioso. Non ci sono burroni ma spiaggie. non ci sono montagne, né catene montuose, né vulcani, né vette, ecc.
Tutto è piatto. Il mare sempre calmo e piatto. La terra anche tanto piatta che in certo modo assomiglia la dappertutti conosciuta Pianura Padana, ma gli abitanti di Speranza non si spostano con delle biciclette. Questo è già un modello superato. lo fanno con quelli veicoli che vengono chiamati "patiflops", una specie di skateboard che sempre ubidisce a volonta de chi lo porta e siccome non ha ruote scivola sulla terra. Si tratta di un mezzo di trasporto che non bisogna la patente de guida per circolare, né combustibile e non contaminatore dell´ambiente. Bisogna solo la volontà per muoversi...
Lei fuggiva ma i suoi occhi splendenti rimanevano ancora con me...

jueves, 25 de septiembre de 2008

Come sarebbe a dire?

Sembrava che tu non volessi sapere di me. Lo so che non te ne vai ma ti sei allontanata sotto scusa che non devi rimanere tanto con lo stesso gruppo.
Non te ne sei accorto? Me ne sono accorto,come no. Me ne rendo conto di quasi tutto, ancora il mio cervello funziona bene. Una mano che trema mentre una bocca collegata a quella ti dice:"Glielo dai, per favore? (il foglio al compagno che si siede al fondo).
Anch' io mi sono allontanato. Sono condannato a sparire. Certe volte non ti capisco. Due mani che fanno paraurti tra di noi, come se fossi a mangiarti invece salutarti (ricordo lo stesso quando ero andato a ballare da giovane).
Dimmi pure cosa ti disgusta e ti dirò chi sei. Solo le nostre repulsioni ci dicono chi siamo veramente.
Da un altro punto di vista, non capire è un fermento eccezionale per la scrittura, questo l´ho imparato poco tempo fa.
Siccome in principio era il nulla non vedo dove sia il problema.
C´è in tutto questo una logica che mi sbalordisce e anche so che ti farò pensare.
In fondo per me è lo stesso che mi si creda o no.
Avrei continuato a inventare per mio piacere personale.
Al meno io credo in quello che mi dico.
Spesso sono come un bambino e gioco a mentire. Sono un bugiardo ed è per questo che la mia fiaba preferita è stata da sempre: "Pinocchio"
Insomma,ho pensato di smettere da scrivere nel mio blog, ma Tornatore, il noto regista italiano,
mi ha scritto: "Caro Giulio, non si arrenda, continui con il suo blog, non interrompa il suo progetto. Vedrà che la gente le restituirà l´impegno e il sacrificio sotto forma di interesse e curiosità. Su forza! Suo Tornatore.
È così che ho incominciato di nuovo a scrivere.
Ciao a tutti!

lunes, 28 de julio de 2008

domingo 29 de junio de 2008

I libri che mi piacerebbe leggere

Di tutti i libri che abbiamo parlato a lezione mi intereserebbe leggere "Non ti muovere", di Margaret Mazzantini perché vorrei sapere se una donna -l' autrice- riesce a raccontare quello che può raggiungere a pensare un uomo, il protagonista della storia, il padre della giovane scivolata col suo motorino.
Anche mi intereserebbe leggere il libro intitolato "Ti prendo e ti porto via" di Niccolò Ammaniti, giacché mi piacciono di più i libri che trattano sull´amore, dato che da sempre è stato per me il più elevato sentimento umano.
Poi vorrei leggere il libro intitolato "Almost blue", di Carlo Lucarelli, perché mi piacciono da morire i gialli, perché in molti di essi si basano tanti film tipi triller, come quello interpretato da mia moglie, l´attrice nota Sharon Stone e intitolato "Istinto basico", nel quale come sapete tutti i miei colleghi maschi di lezione d' italiano, in una scena conosciuta dappertutti, apparevano le sue gambe lunghissime e depilati in modo tale che sembravano essere fatte di seta naturale e che all´improvvisso facevano un incrocio mondialmente noto nella storia tutta del cinema, giacché, come di solito, lei non portava le sue mutandine, però siccome l´occhio non è tanto veloce quanto la tecnica cinematografica del flash visuale usata in quella scena è sucesso che al massimo tutti abbiamo visto i baffi di Domenico Modugno o qualcosa del genero. Miracoli del cinema? Può essere, ma non ci credo, anziché la penso come lei, nel senso che gli occhi maschili sono più sognatori che veloci e di questo si segue che gli innamorati, i veri innamorati, invantano con gli occhi la loro verità! ( a seconda di come ha detto il mio amico Stefano Benni nella sua opera d´arte "Il bar sotto il mare")
Insomma, leggerei tutti e tre libri perche mi piace molto leggere e non voglio dimenticarlo, mi riferisco al fatto stesso de leggere.
Per quanto riguarda la domanda fatta da me stesso: "Quale libro compreresti per fare un regalo?", risponderei che dipende del gustaio della persona a chi si rivolge il regalo. Ad esempio, se si tratta di una carina professoressa sono sicuro che la regalerò uno verso il fonzionamento dalla tv collegata al dvd, e così diventerà brava anche in questa materia, perché, a volte, la poverina sembra un po´imbranata e deve essere il re della classe, cioè il mio compagno Carolo I chi la da una mano e questo mi arrabbia veramente poiché lui è diventato esperto in questa materia in base a che se la spassa tutto il giorno giocando col computer e col telefonino e per chesto se vai a fare un transfert nella sua banca e lui deve farlo è chiaro che lo finirà al anno morte del Papa!

La Pasqua

Ricordo da piccolo, quando la mia mamma mi portava, insieme a mio fratello Pietro, per vedere le processione della Settimana Santa a Valladolid.
Mi viene in mente soprattutto quella di Venerdì Santo, nella quale c´erano ventisette bellissimi quadri e altre tante confraternitè con i loro abiti a colori, diversi tra di loro, il suono dei tambori e delle cornette, che si te metteva nell' anima infantile.
Avevo sette anni ed ancora ero rimasto innocenti.
Ricordo ancora il silenzio e anche il raccoglimento di tutti quelli che frecuentavano la processione e non solo dei confratelli che partecipavano.
Ricordo i piedi nudi di alcuni di loro, che in poi portavano una grossa croce di legno in modo di penitenza, magari per compiere una promessa fatta Dio, Cristo oppure la Vergine Maria-
Mi fu tanto colpito che oggi ricordo, dopo aver perso quella infantile innocenza, di essermi stato molti pomeriggi di domenica nel cortile, sfilando, marchiando il passo e suonando un giornale arrotolato in modo di cornetta, tentando di imitare quelli suoni che mi avevano colpito. Veramente quello mi faceva sentire un vero confratello.
A giorni d' oggi è questa la festa che mi piace di più, ricordo della mia tenera infanzia, tradizione culturale della mia terra.
Certo. Adesso capisco le risate de i miei condomini guardandomi dalle finestre. Si ridevano non tanto da me, ma de i miei poveri genitori che di solito non potevano portarmi in vacanze.
Adesso ho perduto la innocenza, però non me ne fregano niente.
Solo ricordo la tenerezza dei miei, quanto mi volevano e questo ricordo non lascia di essere un piccolo omaggio per loro.
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viernes 25 de julio de 2008

Per Natale.

-Allora, Giulio, ti sbrighi? Siamo già in ritardo!
-Macché, se non è nemmeno mezzogiorno!
-Beh, vuoi che comincino senza di noi?
-Magari cominciassero a mangiare senza di noi! Così salteremmo qualche portata! Sai che tutti anni mi fa male lo stomaco.
-Guarda bruttino che non sei mica obbligato a mangiare tutto quello che la mamma abbia preparato come se fossi uno elefantino!
-No, veramente. Però sai che si arrabbia quando non provo qualcosa e sempre prendo qualche bacchettata per sedermi accanto alla batteria!
-Magari lo fa perché ha già imparato qualcosa d´italiano e ha letto il tuo blog maschilista!
-Non credo che sia così. Veramente voglio bene mia suocera e in più è una protagonista nota nel mio blog!
-Ma veramente ti pare il modo di comportarti questo? Come se fossi un bambino? Sai che già non sei un giovanotto?
-Lo so, e per questo penso che questa vita sia già abbastanza seria come per non prendersela, a volte, a scherzi.
-Bene, però non ti la devi prendere con qualcuno sempre che scrivi nel tuo blog e niente di meno con la mia cara mamma!
-Va mo là! non ti infastidisce con me, sei una fortunella giacché sai che ti amo tanto!
-Allora, non ti va di venire dalla mia mamma?
-No, non è questo, è solo che pensavo che questa volta saremmo andati a sciare tutti insieme per festeggiare il Natale.
-Mi prendi per scema?Te immagini alla mia povera mamma facendo lo sci?
-No, di certo. Però, forse dopo pranzo potremmo andarci noi due, eh?
-Ma dai! Non so ancora perché mi sono sposata con te, Giulio, sei veramente bruttino. Sai che ci tengo a festeggiare insieme a i miei, che mi piace giocare a tombola dopo pranzo, mangiare il panettone, i turroni, i marzapani...
-Basta, sto ingrassando! Ce ne andiamo da i tuoi e avendo il conto che giocaremo anche al serpentone mangiacoda e a lupus in tabula, forse riusciremo a ritornare all´anno morte del Papa!

martes 15 de julio de 2008

"Caos calmo".

Biografia.-

Sandro Veronesi nacque a Firenze, nel 1959 e abita a Prato. Dopo il suo primo romanzo, intitolato "Per dove parte questo treno allegro", pubblicato nel 1988 e ricevuto più favorevolmente dalla critica, a poco a poco si è consolidato come uno dei migliori scrittori della sua generazione.
Fra i suoi romanzi spicca "La forza del passato" per il quale fu premiato con i premi Viareggio, Repaci e Campiello, e in modo speciale "Caos calmo", con il quale ottenne il Premio Strega, cioè il più prestigioso guiderdone delle lettere italiane.
Questo romanzo è stato portato poco tempo fa al cinema da Antonello Grimaldi con Nanni Moretti come protagonista.

Recensione.-

La vita di Pietro Paladini, esecutivo di una televisione a pagamento, soffre una terribile convulsione un giorno alla fine d´estate, nel quale, mentre è proprio vicino a morire affogato quando riesce a salvare nel mare una sconosciuta, perde la donna con la quale pensava di sposarsi pochi giorni, dopo aver vissuto insieme a lei durante tredici anni e di aver avuto con lei una figlia che appunto ha dodici anni.
Convinto, quindi di essere sul filo del burrone e aspettando quel dolore che gli doveva arrivare, a lui e sua figlia, come se fosse una mazzata, si stabilisce in un infantile "caos calmo", nella stessa entrata della scuola dove studia la ragazzina.
Si tratta, insomma, di una cara anche se strana forma di pazzia che eppure gli serve come rifugio dal quale potrà proteggere sua figlia e anche mettersi di fronte alla esperienza lacerante della perdita.
Ma intanto la città ci entra nell' autunno, Pietro diventerà, a poco a poco, nell' epicentro da un mondo che invece di apportargli consolazione e comprensione gli trasferisce la sua propria sofferenza, le sue proprie ossessioni, che il protagonista descrive con la serenità di chi non ha già nulla da perdere.
Soltanto con sua figlia incontrerà il cammino che permetterà loro di riconoscere le proprie limitazioni e in più continuare a vivere accettando le imposizioni della maturità.

Stile letterario.-

Con una varietà di registri che vanno da l' e-mail fino al dialogo vivo fra generazioni, dal monologo riflessivo fino alla prosa erotica più infiammata, Sandro Veronesi riesce a plasmare in questo bellissimo romanzo il caos delle nostre città multiformi, delle nostre famiglie in crisi, di una economia fondata non più nel valore del lavoro fatto bene, ma nella pura especulazione.

Commento personale.-

Le osservazioni, riflessioni e commenti di Pietro forse sono il più prezioso del romanzo perché nonostante si presentino di una maniera colloquiale non sono per niente superficiali.
Sembra proprio che invece di leggere stiamo ascoltando un uomo lucido analizzare con senso comune tanto la sua propria quotidianità nella Italia del XXI secolo quanto le avventure e disavventure dei loro interlocutori oppure gli imbrogli della economia globale.
Veronesi ci parla di se stesso, della sua generazione, del mondo, il quale all' improvviso sembra diventato anormale, dei figli e dei padri, delle mitologie della età contemporanea, della entropia affettiva, dell' andare alla deriva della società attuale e della dificoltà per ottenere esperienze positive rispetto alle cose vissute da noi.
Per concludere, penso che sia un' opera d' arte della letteratura contemporanea che allo stesso tempo ci diverte e ci sorprende in ogni pagina e che tutti i giovani allievi dovrebbero leggere per imparare qualcosa di bello che certamente non si impara nelle lezioni, ma attraverso l' esperienza di avere vissuto un po' di più di quelli.

sábado 12 de julio de 2008

La famiglia non fa ricevimento.

Siccome il tema "La famiglia" è stato da sempre per me molto complesso, ho dovuto rivolgermi alla chiaroveggenza del mio caro amico e consulente, il professore Coccosecco.
Secondo lui non servono a niente quelle definizioni del dizionario Salvat e della Sociologia, giacché secondo il primo è un gruppo di gente che vive nella stessa casa sotto una stessa autorità", e a seconda della sciencia sociologica "si tratta di un gruppo di persone imparentati tra loro che vivono insieme sotto l' autorità di una di esse".
Allora mi chiedo, ha seguito Coccosecco, se davvero la caratteristica capitale della famiglia sia il principio di potere, davanti al quale tutti i membri, eccetto uno, debbano sottoporsi.
Ma Coccosecco non si è voluto arrendare a questa spiegazione e cerca di avvicinarsi al problema. Quindi, come sarebbe a dire, Giulio?, disse. Secondo le mie investigazione, possiamo affermare senza dubbio che la famiglia è stata da sempre la istituzione basica della società, nella quale uno o più uomini vivono con una o più donne in rapporto sessuale socialmente sanzionato e di più o di meno in modo permanente, con diritti e obbligi, anche riconoscenti della società, assieme alla loro prole.
Il suo monologo ha continuato così: da un' altra parte, bruttino, devi capire il tuo cervello di semplice lucertola al sole, che ci sono quattro le forme, in genere, conosciuti di famiglia, che per il loro ordine di frequenza nella storia della umanità ci sono: monogamia, poligamia ( anche poliginia), poliandria e matrimonio per gruppi. Tutto questo senza avere il conto degli, a giorni d' oggi, chiamati matrimoni monoparentali, i matrimoni di fatti e, alla fine, di tutti quelli che ci sono sposati con se stessi.
Il fatto è che in Italia, nella Spagna, ecc, ci si sposa di meno e ci si separa di più, ha detto per concludere. Ha spiegato che questo fatto si debba all' evoluzione storica delle società civilizzate, a seconda della quale ci ha osservato una progressiva desintegrazione da quando la famiglia era estensa all' inizio, finora, con la familia stretta attuale, composta esclusivamente dal marito, la moglie e i loro figli, in genere uno o due al massimo. Però, a dire il vero, non credo che quella desintegrazione finisca mai. Ci sono attualmente in voga questioni sociali che finiranno con la famiglia, tra le quali si trovano: il Dio denaro, la insolidarietà, l' egoismo, la incultura, la violenza, la intolleranza, la manipolazione, lo spreco, la pubblicità, la malversazione, la stupidaggine, la mancanza di rispetto, di onestà, generosità, fiducia,...Insomma, tutti quei valori che oggi comandano questa società che si precipita alla fine della civiltà. E guarda che non ti dico la mia visione del mondo non tanto lontano, pieno di asili nido e di pensionati, dove saranno bambibi che apparteneranno allo "Babbo Stato" e non conosceranno mai a i suoi genitori e dove i vecchietti non avranno nessun nipoti, giacché non avranno avuto neanche dei figli.

Dopo tutta questa spiegazione, Coccosecco sembra molto stanco, spaventato. Rimane zitto e pare in trance, come si fosse addormentato. A volte mi da spavento. Quando ha pensato a lungo sembra pazzo. Inoltre, è vero che a un certo punto anch' io la penso come lui, ma non mi sono voluto arrendare alle sue spiegazioni, le quali non mi fanno né caldo né freddo perché sono menefreghista. Questa è la mia filosofia della vita, "Il menefreghismo". Sarebbe stato meglio se fosse stato più chiaro, non tanto assettico, impersonale, senza emozione. Se non fosse tanto pessimista e senza speranza per l' umanità. Può darsi che non abbia sposato ancora nessuna (non sembra finocchio), forse è che non abbia avuto ancora dei figli, che non sappia quello che uno sente ad essere padre, il dubbio, l' incertezza di non sapere, al cento per cento, se uno è stato un buon marito, un bravo padre.
Allora mi chiedo anche io, ho bisogno di accontentarmi? Ti conosco, mascherina! Dico io in riferimento a Coccosecco, non è vero, come tu dici, che tutti siamo frammenti di eternità che oscillano semplicemente al vento di Sorrento. La verità è que tutti siamo frammenti di eternità che oscillano fra il tempo e lo spazio infinito. È per questo che ti chiamo "bugiardo".
Oltre a ciò, Platero, ti dico que non c´ è bisogno che parli in modo strano, come se non sapessi quello che devi dire, come se avessi bisogno di farti capire a te stesso, asino, come se di fronte a te ci fosse un sordo.
Per questo ti prego che non urli mai, come se volessi farti capire ad ogni costo. Decisamente ho capito che non mi sono convinto, e ricordati d´ora in poi che tutti abbiamo due orecchie e una sola bocca, perché dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno. Inoltre e para che sia convinto ti dirò questo: "Per dire quello che penso, senza pensare quello che dico, ho avuto moltissimi nemici e alla fine della fine ho imparato che debba per prima sempre pensare quello che voglio dire e mai dire tutto quello che penso. Altrimenti, potresti diventare schiavo delle tue parole."
Allora, che te ne pare? Che me ne fregano le tue spiegazioni e a chi ci servono se in questo punto ancora mi domando cosa sia la famiglia? La famiglia non fa ricevimento, è morta, stanca di se stessa. Questa è stata la tua conclusione, ma a chi ci serve?
Il fatto è che ancora la famiglia c' è e non cosa sia o possa essere in futuro.
Sappiamo per caso chi siamo? È per questo che non potremmo sapere cosa sia la famiglia. Non sappiamo parlare dei sentimenti con le parole!

martes 8 de julio de 2008

Una telefonata per fare un riclamo.

Quel giorno, il professore Coccosecco si era alzato presto. Non doveva andare a scuola perché era sabato, ma un problema non l' aveva lasciato chiudere gli occhi in tutta la notte.
Senza farsi la doccia neanche colazione prende il telefono. Pronto? Pronto signore, mi dica. Senta, sono il professore Coccosecco, un suo cliente e vorrei parlare con un responsabile della sua ditta. C' è il direttore? No, sono spiacente, ma il direttore non c' è in questo momento. Se vuole può richiamarlo dopo. Altrimenti può lasciargli un messaggio. No, non credo che abbia bisogno. Vediamo...penso che sarà sufficente se parlo con l' addetto alle spedizioni. Sono proprio io, mi dica signore.
Allora, quindici giorni fa ho ordinato una merce composta di mezza dozzina di tazze e piatti per il caffè, ma quando la merce è arrivata qui ho visto che il pacco era rotto e anche due piatti e tre tazzine. È per questo che voglio mi restituiscano l´importe, altrimenti dovrò andare all' ufficio dal defensore dei consumatori per farne un riclamo per scritto.
mi dispiace tanto signore, ma deve capire che possono capitare cose del genero benché facciamo perché non succeda così.
Ma dai! Le pare il modo di lavorare questo? Giuro che questa è l´ultima volta che vi comprerò qualcosa, oltre a farne il riclamo in carta ufficiale!
Non si infastidisce signore...
Coccosecco! Mi chiamo Giulio Cervello Coccosecco!
Va´be´, signore Coccosecco. Potrebbe dirmi il suo indirizzo postale?
Via "Lo zero assoluto", senza numero, di fronte all´edicola della Bella Donnina Tascabile.
Bene, credo che così sarà sufficente signore. Ci scusi tanto. non si preoccupi, come l´ho detto prima sono láddetto alle spedizioni e assumo tutta la responsabilità del suo problema. Guardi che le devo dire che io personalmente me ne occupo e che al massimo in due mesi le sarà arrivato un pacco, questa volta non tanto rovinato, certamente, con mezza dozzina di tazze e di piatti, ciascuno di un colore diverso (questo per prevenire che uno sia rotto di passaggio) e con un accendino americano "Zippo", della bella serie "Play Boy", per lui e anche una bellissima pamela per sua moglie. Ché ne dici?
Mi sembra un´ottima soluzione, solo che io ancora non sono sposato e non credo che nessuna abbia voglia di venire a vivere da me, dato che sono uno scienzato.
Questo non è un vero problema giacché la pamela può darsela alla sua professoressa di italiano oppure a sua suocera!
sei intontito? Recente l´ho detto che non sono sposato, e di questo si segue che la suocera non c´è (almeno in questo capitolo)
Ebbene signore, per noi la migliore pubblicità è stata da sempre averne un cliente soddisfatto-
Arrivederla, signore!
Arrivederla!, risponde subito Coccosecco e attaccando il telefono e respirando profondo se ne è andato in bagno per farsi una bella doccia calda in quest´estate torrida. Controsenso? Non tanto, Coccosecco ha un modo particolare di combattere il caldo, con bibite calde e acqua calde. Ha la teoria che nel suo interno si producano reaccioni diversi e di conseguenza diventa più fresco!

E tu che ne pensi?

Bisogna far di tutto per cercar di vivere il più a lungo possibile?
Io, di solito non penso, ma tenterò di pensare questa volta.
Per incominciare dirò che, secondo me, questa vita non è stata bene bene disegnata. I diversi fasi: infanzia, gioventù, maturità e vecchiaia sono sbagliate nel suo svolgersi. Appunto dovrebbe essere percorse nell´ordine inverso: vecchiaia, maturità, gioventù e infanzia.
Sapete che gioia avere cinquant´anni ed arrivare ai venti, dove per prima i figli e dopo la moglie sarebbero, alla fine, spariti? Tutti saremmo contenti di dimenticare anche la suocera!
Poi raggiungeremmo la gioventù, dove troveremmo tutte nostre ragazze conosciute, ma in questa volta con una esperienza benissima nel confronto con loro.
Dopo raggiungeremmo la infanzia, ma non la spassaremmo tanto male alla scuola, questo di sicuro.
Per finirla, la vita dico, essendo veri veri mammoni.
E alla fine della fine? Semplicemente sparire!

Ma questo è un tema serio e non dobbiamo fare scherzo!
A dire il vero se la vita non ci fosse, bisognerebbe inventarla (lo stesso accade con la nostra brava professoressa d´italiano, devo dire!)
Direi eppure che non si deve contrastare il corso naturale della vita. Anzi, siccome per me la vecchiaia è una solenne fregatura non dovremmo allungarla!
Bisogna accettare il decadimento del corpo ma non tanto dello spirito. È per meglio passare il corso degli anni con dignità che cercare di allungare la propia vita in maniera artificiale.
Ma mi è venuto adesso un dubbio esistenziale: cosa pensaresti se stai assaporando un bel seno di donna e ti cade la dentiera? Faresti una bella figuraccia, questo è verissimo!

Per questo il segreto è di non morire dentro e coltivare interessi di ogni tipo (includendo fare visita dal dentista, vi prego agli uomini soprattutto!)
Però da un altro punto di vista mio zio Nietzsche già lo diceva molto tempo fa nella sua opera "La caduta degli dei", portata dopo al cinema da suo cognato Lucchino Visconti. Cioè, "L´immortalità è un vero mito"
Ricordate sennò il succo della nostra religione catolica: "Coloro che bevano il sangue da Cristo viviranno per sempre" Macché! Cristo non ne ha ancora inviato una lettera come mittente al di là! Nemmeno un' e- mail!

Ancora in più, prendere farmaci non può diventare un obbligo ma un mezzo per guarire una piccola malattia oppure per evitare il dolore corporale o psichico. Prendere farmaci per ringiovanire! Mi da fastidio questa modo che già è diventata un' ossessione nociva e della quale abbiamo qualche esempi, come Sarita Montiel, Michael Jackson, la Duchesa dell' Alba, ecc.
Avete pensato che sopportare Berlusconi, Asinar (qui ho sbagliato a posta!), Rapael, Zapatero, Acebes, Bush e anche Raúl, soltanto una volta sia stata cosa da poco? non ci credo!

Insomma, tento di arrivare alla vecchiaia in buona forma, cercando di essere felice, ma non molto perché non è buono, ma non penso sottopormi alla chirurgia plastica. È vero che a vlote devo rivolgermi dal dentista, come ho detto prima, però dovete capire che ho bisogno di mangiare, per non morire tanto giovane!

martes, 13 de mayo de 2008

"Va mo' là, sei un fortunello!"

L' altro ieri, a lezione d'italiano, Coccosecco si è rivolto alla sua brava professoressa, Gent. Marta Mandorla Chiarimenti, per chiederLe cosa significa l' espressione "Va mo' là, sei un fortunello".
La Mandorla, in un battere degli occhi e senza dubbio ha risposto così: "- Come hai detto? Bambola? Si tratta di una pupazza per le bambine. E allora andiamo avanti alla pagina duecento novanta nove del Libro dello Studiante, anzi tirate fuori la fotocopia cinquecento ottanta tre che vi ho dato alla fine del primo quadrimestre di questo curso"

Ma Coccosecco non è per niente convinto della spiegazione perché sa que questo è il argomento impiegato color che non sanno cosa rispondere a un certo punto e, in più sotto sotto sa che La Chiarimenti è molto furba e siccome crede di essere un' sperta nell' apprendistato significativo ha tentato che Coccosecco impare per se stesso. "Ti conosco mascherina", avrà pensato il suo pensiero chiariveggente, come la luce del sole, quando non c' è spento per le nuvole che annunciano, anzi anticipano tormenta, tempesta, bufera, burrasca, oppure qualcosa del genere.

Bene, bene, come dicevo, Il nostro caro proffessore Coccosecco ha dovuto lavorare accanto alla sua carissima collaboratrice, ma non di certo attrice, Gent. Mariam Verzotto, e non Verznove come potreste pensare.

Come tutti già sappiamo, a lezione d'italiano ce ne sono tanti bravi studenti giovanotti concentrati a classe della Mandorla che sembrano la generazione del ventisette, cioè quella di Alberti, Lorca Neruda, Guillén and "company". Quindi non ci dobbiamo avere sorpresa se ci sono qualche scienziati, tra di loro si trovano Coccosecco e La Verzotto.

Allora hanno scelto il metodo scientifico per fare ricerca e pure per non sbagliare. Per prima hanno eliminato che si trattasse di un sbaglio tipografico (Peccato! Ce ne sono tanti in qualunque libro!). Ma non c' è il caso. L' espressione è apparsa due volte nello stesso libro, per prima nella lezione 5, nel dialogo tra i due vecchietti, e a seconda nella pagina 251, nel glossario alfabetico, terza colonna, appunto tra le espressioni: Vabbe' e Va fatto!

Auguri! ha esclamato Coccosecco e La Verzotto è rimasta un po' sorda da un orecchio, quello dove non porta l' orecchino d' argento a forma di pendolo. " Ma perchè auguri?", disse arrabbiata e sorda, "Per caso abbiamo trovato una bella soluzione al problema, bruttino". "No, ancora no, ma lascimi pensare un attimino e di seguito lo fulmino!", rispose Coccosecco. In questo punto La Verzotto sta diventando famelica, giacché si avvicina l' ora di cena e ha una fame di cane. "Verrai, te lo dirò se lasci già di mordicchiare la penna, che da un' altra parte non è commestibile".

"Pensi che sia casualitá che quello che stiamo cercando si trove tra delle espressioni nominate prima? Io non ci credo. Se "Va fatto" viene a significare "È d'accordo" e "Va bene" diventa Vabbe' e significa più o meno "È per bene", e in più, e questo l´ho scoperto in un sogno dove vedevo in che modo La Sarapova si inchinocchiava per ricevere di manrovescio una palla avvelenata lanciata dalla sua brutta nemica La Vicario, e poi quando stavo per vedere il colore delle sue mutandine mi sono svegliato, cazzo! In più dico che, come direbbe mio zio Cervantes, l' espressione "A mo' di", e pure diventata da "A modo di" e viene a dirci "Va in maniera".
E tutto questo cosa significa? Chiaramente, signora "Chiarimenti", che Va mo' potrebbe significare "Va in modo". E non dico niente, amico spagnolo Vicente (perch'e a seconda della Chiarimenti, in Italiano non centra, poiché si dice diverso)"

"Il tuo lunghissimo processo di ragionamento linguistico ha fatto che sia riuscita a mangiarmi tutta la penna ed è così che me ne vado!", disse La Verzotto a tutta birra, lasciando spalancata la porta del laboratorio (di certo come fa a volte con le sue gambe qualche compagna stufa quando la lezione sta per finire, oppure prima, data la sua abitudine).

Coccosecco rimane soddisfatto della sua sagezza, sa que ha trovato una bella soluzione e che l' analogia è stata una vera amica nella sua indagine. ma le manca ancora la prova della verifica, della verità e anche della volontà. Nel caso si tratta dal contesto linguistico.
Se la soluzione trovata fosse soddisfacente col contesto, allora potrebbe andare a letto senza cenare neanche un panino di formaggio.

Vediamo, due vecchietti, bus-navetta a Bologna, sono bolognese o quasi, uno se ne è dimenticato a casa gli occhiali da vedere, appunto quello che fa finta di leggere un giornale, l'altro gli domanda cosa sta leggendo, il miope ha risposto che non gli interessa la politica, nemmeno se Berlusconi ha vinto di nuovo, cazzo! dov' è vanno gli italiani?, solo me ne interesso dell' oroscopo, ma non posso leggerlo, non ci vedo, non importa te lo posso leggere io, si infila un paio di lente da vedere, legge l'oroscopo al suo amico e esclama: "Va mo´là, sei un fortunello"
E così che andrebbe benissimo tradurre per "Va in modo là, nella stessa pagina, appunto dov´è scritto l' oroscopo", giacché non si debe tradurre, come potrebbero fare gli studenti del primo anno d' italiano, "là" per "allá" sennó per "ahí"

"Cosa dice?", gli chiede il vecchietto al suo amico lettore.
Scadendo le parole:"AMORE: con il vostro partner riassaporerete un piacere che credevate perduto."
Abassa gli occhiali, sorridendo ammiccante.
L' altro tace. Pensa. Dopo circa mezzo minuto dice: " Sta a vedere che mia moglie mi ha fatto le lasagne."
Benissimo!

Coccosecco si accorge che La Verzotto non ha capito niente mi tenente (ho trovato) e gli dà noia che non la pense come lui ed il suo amico Unamuno: "La lingua è il sangue dell' anima, il veicolo trasmittente delle idee"

Appunto per questo argomento, strane idee gli frullano di solito per la testa e anche il suo pensiero corre mentre il suo linguaggio anda (ha ragione Chomsky nel suo trattato "Pensiero e Linguaggio")

Coccossecco pensa così: "Certe volte non la capisco" e si riferisce alla Verzotto, la quale non fa altro che mangiare e mangiare. "Verrà diventere una regina elefanta?", continua a pensare Coccosecco. E si butta a letto con il desiderio di sognare alla scoperta della lingua italiana.
O forse sarà per sognare con La Sarapova? Chi lo sa! Signori che vogliono che ne sappia?




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jueves, 17 de abril de 2008

Intervista al professore Cocosecco.

Vorremmo sapere perché il professore Cocosecco studia l´italiano.

- Caro professore, perché sta studiando l´italiano?

- Studio l´italiano perché mi piace molto la ligua e la cultura italiana.

- Qual è il suo obiettivo?

- Il mio obiettivo e parlare bene, scrivere senza farne un errore e anche capire la lingua italiana, cosí forse riuscirò a comunicarmi nella bella lingua del mio caro amico, che reste in pace!, Dante Allighieri.

- Qual è il metodo che preferisce?

- Il metodo che preferisco è il parlato e un po´lo scritto. Le nuove tecnologie mi stanno servendo giacché imparo con gli ascolti fatti a lezione anche se il volume incomincia molto elevato. In più sono riuscito a creare un blog in italiano dove scrivo a volte alcune poesie, piccoli racconti e anche qualche avventura a lezione.

- Cosa trovi divertente/utile/difficile/noiosa nello studio dell´ italiano?

- Direi di trovare divertenti le lezioni nella scuola delle lingue a Valladolid, perché facciamo un po´di tutto: dettati, leggere, scrivere, parlare, ascoltare musica, vedere spezzoni di film, andare al laboratorio. No, veramente non mi annoio. Da un´altra parte, a casa, faccio degli esercizi, riassunti delle lezioni studiate, leggo trentamila fotocopie circa, che ne dà la nostra bravissima professoressa, ecc. Però, direi che secondo me il fonzionamento della "Biblioteca globale" nella EOI-VA non è buono e per questo non possiamo leggere tutto quello che drovemmo. Poi c´è il riscaldamento. Non credo che funzionerebbe mai! Fa un caldo da morire nell´aula e a volte ho veramente voglia di buttarmi dalla finestra per fare il nuoto, però oltre a dimenticare sempre il mio abito di bagno, cioè il tanga a poi, me ne accorgo che la finestra dà alla strada e que in questa non c´ è nemmeno una piscina e potrei farmi male alla testa e al ginocchio.

Inoltre aggiungerei, perche vado forte e sono bravo con l´italiano negli ultimi tempi, che qualche volta faccio qualche piccola barzelletta, anche alla mia brava professoressa. Ricordo una volta che è stata veramente arrabbiata quando l´ho fatta l´occhielino e mi ha domandato cosa mi era successa. L´ho risposto che avevo un tic nervoso. E un´altra volta, quando l´ho chiesta "Cosa fai nella vita?", e lei, senza dubitare neanche un attimino mi ha risposto: "L´indossatrice, credo." È vero che se ne intende divino! Va´molà, è una fortunella!

- Allora, studia l´italiano da molto tempo?

- Studio l´italiano da due sécoli credo e non riesco a capire nulla forse perché la mia testolina sta pensando sempre a delle belle donne. No, non dico sul serio. Veramente studio l´italiano da tre anni direi. Prima divenire alla EOI- VA avevo già imparato qualcosa a lezioni speziali con un professore siciliano e per questo mafioso, chiamato Gianluca Pigro, il quale mi ha fatto capire che l´italiano è una lingua molto musicale, orecciabile e facilmente cantabile, per il quale mi sono affezionato alla musica leggera italiana e tifo per Jovanotti, Luca Carboni, Gianna Nanini, Tiromancino, ecc.
- Conosce altre lingue oltre a l´italiano?
- Solo conosco un po´la lingua di questo giovanotto francese, come si chiama? Nicola Saccosì, certo! Il giovane fidanzato di Carla Capra, scienziata nota, come me. Quindi conosco il francese un po´, dopo averlo studiato nel liceo trenta anni fa circa, però resta per me tanto lontano che casi mi sono dimenticato di tutto. Dunque, penso di studiare la lingua francesa nella EOI-VA quando finisca di studiare l´italiano, soprattutto avendo il conto che c´è una professoressa che assomiglia abbastanza alla Carla Capra!
- Per farla giá finita, cosa ne pensi dell´uso del dialetto, dei regionalismi e dei vocaboli straniere nella sua lingua materna?
- Ché me ne fregano i dialetti, i regionalismi e anche i vocaboli straniere nella mia lingua materna, cioè lo spagnolo? Per me qualcuno può parlare come voglia, ma io parlo sempre lo spagnolo di mio zio Don Miguel de Cervantes Saavedra, o quasi. È vero che qualche volta ho bisogno di usare qualque parola dell´inglese, ma soltanto quando vado a prendere un whisky, comprare un computer oppure, al massimo, fissare un appuntamento con la baby-sitter!

miércoles, 19 de marzo de 2008

Vorrei regalarle un libro.

È il compleanno di una cara amica e ho deciso di regalarle un libro, ma non so ancora quale. Vado in una libreria e mi fatto consigliare.
- Buongiorno signorina.
- Buongiorno signore, ma guardi che già sono le venti e per questo è di sera o quasi. Oltre se non si sbriga..a le nove chiudiamo la libreria.
- Non si preoccupi bella, sono rapido, come il vento di Sorrento e allora vorrei lasciarmi consigliare per lei per acquistare alcuni belli libri.
- Questo si pone interesante signore.
- Non mi dica. Vediamo, vorrei un libro per il compleanno di un´amica, ma non so che libro potrei regalarle.
- Scusi, sai se a lei piace un giallo? (Non devete tradurre per " un gallo", bruttete, giacché si tratta di un falso amico)
- No, non credo, perché mi sembra un po´misteriosa e in più non penso che possa capire bene bene i problemi che di solito si svolgono nei gialli.
- Forse un saggio?
- Ma come un saggio? Non è che sia tonta, ma non si tratta della figlia di Albert Einstein, questo è sicuro e inoltre non è ancora sgobbona per niente.
- Hmmm...e un racconto, le piacciono i racconti?
- Sicuro, soprattutto quando sono io il narratore poiché sa sono un vero comico.
- Mi sembra che sia così, signore.
- Allora prenderò "Pinocchio", di Collodi. Sa che da piccolo me lo fecero leggere a scuola perché imparare a dirne neanche una bugia da maggior?
- Il risultato risale alla vista signore...
- Bugiardo, Giulio Bugiardo.
- La prego, mi scusi signore.
- Non ha nessuna importanza, possiamo continuare?
- Certo, mi dica se le piace anche la poesia.
- Penso che si annoie con essa. E poi non capisce bene il vero senso de i miei poemi. sicuro che il suo cervellino e ancora più piccolino.
- E che ne dici di un romanzo d´amore?
- L´amore? È un tema che la supera e anche che la innnervosisca, soprattutto quando la mangio dopo raccontarla un´altra volta "Le avventure di Pinocchio", prima de che si dorma già e mi lasci. alla fine riposarmi.
- Un attimo signore, una domanda...La sua amica ha già imparato a leggere?
- A giorni d´oggi di certo no, ma lo farà, sono sicuro di questo. Guardi che ha soltanto due anni. Ma quando finisca il presente curso scolastico nello asilo nido "I pini" può darsi che sia riuscita a farlo.
- Non vorrei sembrarle scortesse ma penso che abbia sbagliato negozio signore Bugiardo, i orsachietti di peluche si vendono nel negozio vicino.
- Lo so signorina "Ballerina", ma deve sapere che mia suocera è entrata lì per acquistarne uno e che i dipendenti sono i suoi amiche sin dalla infanzia. Siccome conosco di vista mia suocera e a dire il vero mi è sembrata da sempre un po´bruttina, la poverina, m´immagino come saranno le sue amiche. Sicuro che si avessero entrato lì i mieie occhi non si avessero accontentato tanto come ora quando parlo con lei.
- Signore "Pinocchio", mi dispiace non avere ottanta anni come lei. Avrei potuto essere la sua fidanzata innamorata.
- Questo non credo che sia possibile signorina "Agripina", giacché a questa età sarò ancora sposato e inoltre io direi che, per la sua maniera di essere avrà molti ammiratori, tra i quali qualche amanti, però forse non saranno chiamati come ha chiamato me, sennò ognuno vendrá chiamato "Finocchio". E allora me ne vado a prendere una "Birrina", "monina". ArrivederLa!
- ArrivederLa, signore "Ballatore"!