domingo, 30 de diciembre de 2007

Il tempo nei campi di Castiglia

Tu ti affanni come il campo castigliano per detenerlo.
Così inventi le gite, come quella alle lagune di Villafáfila.
Allora il tempo non conta sennó che rimane quieto.
Nella sua immobilità si confonde con lo spacio.
Soltanto noi i tre: tu, il nostro piccolo bambino ed io.
E chiedi al tempo che si afferri alla terra castigliana,
e vorresti che fossimo quattro, e che i quattro diventassero cinque:
tu, il piccolino, il campo castellano, il tempo ed io.
Vorresti dirgli all´orecchio: "Tempo, fermati, ti prego",
come se nel fondo del tuo cuore
volessi che il tempo non fosse passato.
Per questo ami la solitudine del campo castigliano,
dove il tempo sembra fermato per sempre.
Solo c´è il sole o il freddo intenso.
Solo luogo deserto, però puo darsi, miracolo, una bella fontana
che sorge tra le pietre, un po´ come il nostro amore,
che nacque in questa steppa.
Peccato che la tua illusione si dissipa subito.
Giusto quando finisce la passegiata fatta con Andrea,
mentre io aspetto seduto su una pietra e scrivo questo guardandoci ogni tanto.
Ti invade l´inquietudine che porterà domani un´altra settimana di lavoro.
Quindi riprendi di nuovo il tuo volo leggero quando ritorni dal mandorlo solitario.
E giusto accanto a me sei di nuovo diventata farfalla ed io prendo la macchina per ritornare a casa nostra.
Il sogno é sparito.
Solo sono rimaste queste parole su carta.

1 comentario:

Unknown dijo...

Ricordo la prima volta in cui lessi questi versi...mi provocarono emozione mista a commozione. Conoscendo il poeta so che vengono dal cuore.